L’architettura è relazione
Common Ground, ovvero su una terra comune, su questo unico spazio condiviso che abbiamo a disposizione per costruire edifici e spazi che dialoghino fra loro tenendo conto di storia, contesto ed esigenze collettive. Basta con opere bizzarre frutto di esercizi puramente estetici, avanti con progetti che risolvano significativamente i problemi concreti che la nostra società si trova ad affrontare. Molto interessante il tema scelto da David Chipperfield per una kermesse alla XIII Edizione. Talenti di tutto il mondo chiamati a riflettere nell’interesse di tutti all’insegna di un clima necessariamente senza conflitti per decidere consapevolmente e congiuntamente cosa lasciare alle generazioni successive. Collaborazione versus competizione. Connessione versus isolamento. Comunità versus individualismo. Protagonisti tornano a essere gli abitanti per città intese come teatri di vita quotidiana. Un confronto tra maestri del presente e del passato per recuperare il senso più autentico della professione: migliorare concretamente la società analizzando il comportamento umano, ispirandosi a talenti affini superando i confini geografici, rapportandosi al paesaggio circostante, cooperando per realizzare obiettivi comuni, ascoltando le difficoltà del nostro mondo, sfruttando l’incommensurabile patrimonio di culture diverse, ristabilendo ideali collettivi, superando obsoleti limiti spazio-temporali. Insomma, tanto per cambiare travi e pilastri su cui siamo chiamati a progettare il futuro sono sempre gli stessi: impegno – inclusione – riqualificazione – dialogo – relazione. Mi ha colpito. La mostra è godibile anche per i non addetti ai lavori fino al 25 novembre 2012 presso i Giardini e l’Arsenale di Venezia. Ottima occasione anche per trascorrere un weekend serenissimo in Laguna. Ovviamente, suggestivo.
Fine dell’esibizionismo anche per gli architetti che sono stati invitati a scendere dai rispettivi piedistalli sul